Un filo di luci vecchie, un’etichetta che non dice nulla, una spina che scalda: basta poco per passare dalla magia alle sirene dei pompieri. Le luminarie senza marchio CE non sono “solo economiche”: possono innescare un incendio. E si riconoscono con l’occhio giusto.
Tiri fuori il groviglio di lucine, quelle stesse che accendi da anni, e senti già il tintinnio dei bicchieri in cucina, i bambini che chiedono “Quando le accendiamo?”. Attacchi la spina, un lampo minuscolo, una nota di caldo sul dito. Fingi di niente, ma l’occhio cade sull’etichetta scolorita: nessun simbolo chiaro, numeri cancellati, plastica un po’ rigida. Una goccia di esitazione guasta la musica in sottofondo. E se stessimo rischiando davvero?
Vecchie luci, vecchi rischi: dove si nasconde il pericolo
Le catene luminose di qualche Natale fa erano un’altra epoca: spesso senza trasformatore, lampadine a incandescenza che scaldano, cavi sottili, spine fragili. Su alcuni prodotti il marchio CE non c’è, o è stampato male, o accompagnato da indirizzi fittizi. Qui il problema non è il “vintage”, ma la sicurezza elettrica: isolamento ridotto, nessuna protezione da sovratensioni, plastica che indurisce con il tempo. Basta una micro-lesione e la festa può cambiare faccia.
Ci siamo passati tutti, quel momento in cui l’albero comincia a lampeggiare e la stanza si fa più dolce. In un condominio di Monza, una signora ha acceso una vecchia tenda luminosa in salotto: dopo dieci minuti ha sentito odore di caldo, poi un crepitio vicino alla spina. Il salvavita ha scattato in tempo. I Vigili del Fuoco dicono che nel periodo natalizio i cortocircuiti domestici crescono, e ogni anno il sistema europeo Safety Gate segnala richiami su stringhe luminose non conformi. Non serve panico. Serve criterio.
Perché il marchio CE fa la differenza? Significa che il produttore dichiara la conformità alle norme europee su sicurezza elettrica, compatibilità elettromagnetica e sostanze pericolose. Non è un bollino “di qualità”, è il minimo legale: cavi con sezione adeguata, isolamento corretto, prove di surriscaldamento superate. Le luci senza CE, o con un CE taroccato (caratteri troppo ravvicinati, proporzioni errate), saltano proprio queste verifiche. *È un dettaglio minuscolo, ma cambia tutto.*
Come riconoscere luci sicure (e quando dire basta)
Parti dalle basi: guarda la spina e l’alimentatore. Cerca il **marchio CE vero** con proporzioni leggibili, l’icona del bidone barrato, il nome e indirizzo del fabbricante o importatore. Se c’è un trasformatore, meglio se è “SELV” (tensione extra-bassa di sicurezza), 24V o 31V. Sulla targhetta trovi tensione, potenza, grado IP (IP20 per interni, IP44 o superiore per esterni). Se non c’è nulla o i caratteri sono sfocati, fermati. Le luci moderne usano LED e alimentatore isolato: meno calore, più controllo.
Al tatto si capisce tanto. Il cavo dev’essere flessibile ma non gommato male, senza crepe, con passacavi robusti vicino alla spina. Accendi le luci per 15 minuti: tocca con il dorso della mano spina e alimentatore, devono essere tiepidi, non bollenti. Nessun odore di plastica. Agita un poco la catena: il flicker non dovrebbe aumentare. Se senti scrocchiare, spegni. Diciamoci la verità: nessuno lo fa davvero ogni giorno. Ma oggi vale la pena farlo.
Quando invece è no secco? Se trovi fili spelati, prese multiple già cariche, prolunghe da giardino usate in salotto, o una tenda luminosa senza trasformatore, non rischiare. Un elettricista mi ha detto una frase semplice che non si dimentica:
“Una luminaria senza dati è come guidare senza freni: forse va tutto bene, finché non serve davvero.”
Ecco un promemoria rapido per decidere in un minuto:
- CE ben stampato, produttore identificato, grado IP coerente con l’uso.
- Trasformatore **SELV** per catene lunghe o tende, LED a bassa tensione.
- Cavo integro, nessuna giunzione artigianale, passacavo robusto.
- Manuale presente, lingua italiana, simbolo classe II (doppio quadrato) quando previsto.
- Nessun surriscaldamento dopo 15 minuti, nessun odore.
Dal negozio al salotto: buone pratiche che salvano la festa
Compra con una checklist mentale. Controlla che la confezione riporti potenza totale (W), lunghezza, numero di LED, uso interno/esterno, contatti del produttore. Scegli modelli con alimentatore separato e, se possibile, con funzione timer. Le prese con interruttore e un salvavita portatile da 30 mA sono un investimento minimo. Evita di collegare più di tre catene in cascata, e calcola il carico complessivo della ciabatta. La serenità si compra anche così.
Le abitudini fanno la differenza. Non lasciare le luci accese tutta la notte o quando non c’è nessuno in casa. Niente luminarie su tende molto leggere o vicino a materiali che prendono fuoco facilmente. Se usi decorazioni all’esterno, scegli IP44 o superiore e copri le connessioni dalla pioggia. Non schiacciare i cavi con mobili o finestre. Una volta l’anno, un giro d’occhio veloce alle prolunghe e alle prese: cercare segni di bruciatura, noie ai contatti, scottature.
Se ti capita tra le mani una catena vecchia, ecco un metodo concreto per “valutarla” in casa, prima di metterla sull’albero.
“Se qualcosa ti fa dubitare, hai già una risposta: cambia la catena o falla controllare.” — caposquadra, Vigili del Fuoco volontari
- Osserva l’etichetta: senza CE, dati tecnici o produttore, scarta.
- Verifica il cavo: se è irrigidito, ingiallito o screpolato, scarta.
- Accendi 10-15 minuti: se la spina scotta o senti odore, scarta.
- Cerca segni di riparazioni fai-da-te o giunzioni: scarta.
- Installa una presa con protezione da sovratensioni se vivi in zone con sbalzi.
Le storie di Natale hanno sempre un bivio. Una scorciatoia a basso costo e una scelta un filo più attenta. Le luci con marchio CE, alimentazione a bassa tensione, cavi integri e indicazioni chiare non sono un capriccio da manuale. Sono la differenza fra un salotto caldo e un Natale rovinato, fra un odore di biscotti e quello, inconfondibile, di plastica bruciata. Ogni famiglia ha le sue tradizioni, anche nei dettagli. E quei dettagli, spesso, proteggono tutto il resto.
| Punto chiave | Dettaglio | Interesse per il lettore |
|---|---|---|
| Marchio CE autentico | Proporzioni corrette, produttore identificabile, dati tecnici | Evitare prodotti non conformi che possono surriscaldarsi |
| Alimentazione sicura | Preferire LED con **trasformatore SELV** a 24/31V | Ridurre il rischio di scosse e incendi |
| Uso corretto | IP44 per esterno, no catene infinite, controllo del carico | Prevenire guasti e blackout durante le feste |
FAQ :
- Come distinguo il CE vero da quello “farlocco”?Il CE autentico ha lettere proporzionate e separate; deve esserci anche il nome/importatore e dati tecnici. Se il simbolo è schiacciato, senza informazioni, è un campanello d’allarme.
- Posso usare luci vecchie se “funzionano” ancora?Solo se hanno CE, cavi integri, nessun surriscaldamento e magari un alimentatore esterno. In assenza di questi elementi, meglio sostituirle.
- Quante catene posso collegare in serie?Segui le istruzioni del produttore. In generale, non superare tre catene in cascata e verifica il carico totale della ciabatta.
- LED o incandescenza: cosa è più sicuro?I LED scaldano meno e, con alimentatore SELV, offrono margini di sicurezza superiori. Le vecchie lampadine a incandescenza si surriscaldano più facilmente.
- Segnali di rischio da non ignorare?Odore di plastica, spina calda, sfarfallio anomalo, etichetta illeggibile, giunzioni fai-da-te, **cavo danneggiato**. Spegni subito e sostituisci.








