Un dubbio semplice e concreto: la tua caldaia a condensazione lavora davvero come dovrebbe o stai buttando gas dalla finestra? Molti la impostano a 70° per “andare sul sicuro”, ma quel numero è un’abitudine, non una regola. La temperatura che fa risparmiare davvero è più bassa, e cambia la sensazione di calore in casa.
La cucina si scalda in fretta, i radiatori scottano, poi si spengono e nella stanza torna quel fresco sottile che costringe a rimettere il maglione. Il contatore del gas fa il suo lavoro, senza pietà. Il vicino giura: “Metti 70° e non ci pensi più”. Eppure la bolletta dice il contrario e la caldaia non condensa come potrebbe. Capita a tutti quel momento in cui si guarda il termostato e si pensa: forse sto usando la caldaia nel modo sbagliato. La soluzione sta in pochi gradi, non nei miracoli. Il numero magico non è 70.
Perché 70° ti fa spendere e ti toglie comfort
La caldaia a condensazione dà il meglio quando il ritorno è freddo, sotto il punto di rugiada dei fumi. A 70° di mandata il ritorno spesso sale oltre 55°, la condensazione si spegne, l’efficienza cala e iniziano gli on/off rapidi. Si sente: radiatori bollenti per pochi minuti, poi silenzio e aria tiepida che scivola via. Il vero risparmio arriva con cicli lunghi e una fiamma che modula, non con picchi. **Funzionamento modulante**, non sprint.
Un caso reale: trilocale anni ’70 a Torino, 85 m², radiatori in ghisa. Mandata fissa a 70°, consumo medio di 12 m³/giorno a gennaio e oscillazioni di comfort. Si è scesi a 55° per una settimana, poi a 50°, tenendo le valvole termostatiche al massimo e regolando solo la mandata. Risultato: 9,8 m³/giorno a parità di temperatura interna (20° stabili), radiatori tiepidi e caldi, mai ustionanti. Il silenzio nel soggiorno ha fatto più impressione della bolletta.
La fisica è semplice: la caldaia condensa quando il ritorno scende sotto ~55°. Con radiatori standard, un delta medio 10–15° tra mandata e ritorno porta la zona giusta tra **40-50°C** di mandata nei giorni freddi normali, un po’ di più nei picchi. Con pavimento radiante si parla di 30–40°. *La casa non vuole picchi, vuole continuità.* Restare in quell’intervallo fa salire il rendimento reale e taglia i consumi senza perdere calore percepito.
Come impostare la mandata giusta, davvero
Metodo pratico, zero teoria superflua. Scegli una settimana fredda. Per radiatori, parti da 55° di mandata; per pavimento, da 38–40°. Apri al massimo tutte le valvole dei radiatori e imposta il termostato ambiente su 19–20°. Lascia lavorare la caldaia per 24 ore. Se la casa è stabile e i cicli sono lunghi, abbassa di 2–3° e ripeti. Fermati al primo segnale di fatica: se non raggiungi i 19–20° o i cicli diventano eterni, risali di 2°. È la tua “temperatura di mandata minima efficace”.
I segnali giusti sono concreti: radiatori tiepidi ma costanti, caldaia silenziosa, ritorno freddo al tatto rispetto alla mandata. Se hai valvole termostatiche, non chiuderle tutte: lascia almeno un radiatore sempre aperto per evitare rimbalzi e spegnimenti rapidi. Qui entra in gioco la **curva climatica** con sonda esterna: la mandata sale quando fuori cala, scende quando torna mite. Diciamoci la verità: nessuno lo fa davvero ogni giorno. Lascia che sia l’elettronica a farlo al posto tuo.
Ogni impianto ha il suo carattere, ma i principi non cambiano. Se la caldaia va “a colpi”, o senti accensioni e spegnimenti ravvicinati, la mandata è alta o la portata è strozzata. Controlla la velocità della pompa, bilancia i radiatori più lontani, libera i corpi scaldanti dalle coperture decorative. Una mandata più bassa, stabile, dà paradossalmente più calore percepito nel tempo.
“Risparmi quando la caldaia lavora senza strappi: fiamma bassa, ritorno freddo e comfort piatto. Il resto è rumore e gas buttato.” — Marco, tecnico caldaista da 20 anni
- Cicli lunghi, pochi on/off
- Radiatori tiepidi in modo continuo
- Ritorno chiaramente più freddo della mandata
- Consumi giornalieri in calo a parità di comfort
Cosa aspettarti nei prossimi giorni
All’inizio sorprende: abbassi la mandata e la casa sembra meno “scoppiettante”, ma più regolare. I picchi spariscono, la temperatura si stende come una coperta ben tirata. Meno vapore dalle canne fumarie, più goccioline nel tubo di scarico condensa: è il segno buono. Nel giro di due bollette, la tendenza si vede: meno metri cubi, stessa vita quotidiana. La parte bella è la sensazione fisica, non solo i numeri. Se poi condividi la tua “temperatura minima efficace” con il tuo condominio o il gruppo dei vicini, salta fuori un quadro interessante: case simili, settaggi simili. Piccoli gesti, molta sostanza.
| Punto chiave | Dettaglio | Interesse per il lettore |
|---|---|---|
| Mandata ottimale | Radiatori 45–55°C; pavimento 30–40°C | Taglio consumi senza rinunciare al comfort |
| Condensazione attiva | Ritorno sotto ~55°C, meglio 45–50°C | Più rendimento reale, meno sprechi |
| Regolazione smart | Curva climatica e cicli lunghi | Calore uniforme e silenzioso tutto il giorno |
FAQ :
- Qual è la temperatura di mandata ideale con radiatori?Di solito tra 45 e 55°C nei giorni freddi normali. Trova la soglia più bassa che mantiene 19–20° stabili in casa, senza on/off frequenti.
- E con il riscaldamento a pavimento?Tra 30 e 40°C. Il pavimento lavora bene con basse temperature e lunghi cicli, non serve spingere.
- Cosa succede se imposto 70°C?La caldaia condensa poco o nulla, i cicli diventano nervosi, il comfort oscilla e il consumo sale. Non è un valore “sicuro”, è solo comodo.
- La sonda esterna è indispensabile?No, ma aiuta parecchio. La curva climatica alza o abbassa la mandata in base al meteo, mantenendo stabile la casa e riducendo gli sprechi.
- Come capisco se sto davvero condensando?Scarico condensa attivo, fumi meno caldi, ritorno nettamente più freddo della mandata. Osserva cicli lunghi e consumi giornalieri in calo.









