Nonna Laurina compie 115 anni: è la donna più anziana d’Italia

Nonna Laurina compie 115 anni: è la donna più anziana d’Italia

Il municipio ha lucidato il salone, il fornaio ha alzato la sveglia e il parroco ha preparato una benedizione speciale. In un Paese che invecchia veloce, una supernonna diventa bussola e domanda: cosa significa vivere così a lungo, oggi?

La porta si apre piano, e l’odore di crema pasticcera esce prima di tutti. Nonna Laurina entra avvolta nello scialle, un sorriso sottile che è più luce che espressione. I nipoti le sistemano i capelli, il sindaco si aggiusta la fascia, una signora posa un vaso di ciclamini davanti alle foto in bianco e nero del paese. Il tempo sembra allargarsi: 115 candeline sono troppe per spegnerle tutte, abbastanza per sentirsi parte di qualcosa che ci supera. Lei guarda la torta e dice “Ancora?”, come fosse la prima volta. E in sala nessuno finge di non emozionarsi. Poi qualcuno sussurra: e adesso?

Chi è Nonna Laurina, 115 anni di Italia

Ha visto cambiare il pane, le strade, i nomi delle piazze. Nata nel 1910, secondo l’anagrafe comunale, ha attraversato guerre, ricostruzioni, mode e mode passate. Le mani raccontano più delle parole: dita nodose che non stanno ferme, il gesto istintivo di lisciare la tovaglia come si fa con i giorni quando si vuole farli durare. È la donna più anziana d’Italia, ma in paese la chiamano semplicemente “la Laurina”.

Qualcuno ricorda che da ragazza cuciva al lume, qualcun altro giura che danzasse al circolo la domenica pomeriggio. Una nipote ride: “La settimana scorsa mi ha chiesto gli orari dell’autobus, non si sa mai”. Intorno a lei i numeri diventano carne: in Italia i centenari sono in crescita, decine di migliaia, mentre le persone sopra i 110 anni restano poche, pochissime. Laurina è tra queste rarità, un punto su una mappa che a guardarla da vicino è fatto di volti, voci, fotografie attaccate con lo scotch.

Perché succede qui? Si citano la dieta mediterranea, il clima, la sanità di base, il tessuto sociale che ti conosce per nome. Le “zone blu” italiane insegnano che non si vive a lungo per un singolo trucco, ma per un insieme di piccole cose ripetute per una vita. Le donne resistono più degli uomini, dicono i demografi, e la rete delle relazioni pesa quanto l’olio buono. Laurina incarna tutto questo: regolarità, curiosità, pazienza. In una parola, ritmo.

Le piccole abitudini che contano (secondo Laurina)

La sua giornata è una linea semplice. Si sveglia con la luce, una tazza di latte tiepido e pane con poca marmellata. Un giro in corridoio, dieci minuti al sole in terrazza, due telefonate brevi. A pranzo brodo, verdure, un pezzetto di formaggio, la sera presto una minestra leggera. Pochi bocconi, nessuna fretta. E un riposino di venti minuti, non di più: “Se dormi troppo di giorno, la notte ti scappa”.

Chi la conosce lo dice senza mitologie: Laurina non conta le calorie e non misura i passi. Mangia semplice, si muove tanto quanto le serve, parla con chi passa. A tutti è capitato quel momento in cui promettiamo di rivoluzionare tutto, dalla dieta alle app, salvo mollare dopo tre giorni. Diciamolo: nessuno lo fa davvero ogni giorno. Lei no. Lei ripete gesti piccoli, stabili, imperfetti. E apre la porta ai vicini, fosse anche solo per guardare insieme il meteo.

“Mangio quello che c’è, perdono in fretta, e non ho mai avuto fretta,” sussurra Laurina. “Il segreto? Non tenermi il muso da sola.”

In paese hanno provato a mettere nero su bianco le sue “regole”. Non sono ricette, sono promemoria che scaldano.

  • Porzioni piccole, masticate con calma.
  • Movimenti continui: scale, piante da innaffiare, letti da rifare.
  • Orari regolari, sonno pulito, niente schermi prima di sera.
  • Parole gentili con chiunque, anche con se stessi.
  • Un filo di curiosità al giorno: una notizia, una canzone, un nome nuovo.

Cosa resta a noi: una lezione di tempo

Laurina non è un’icona intoccabile. È una nonna che si scalda le mani sul piatto della minestra e trattiene il cucchiaio per un secondo in più, come se stesse ascoltando qualcosa che noi non sentiamo. Le sue 115 candeline non sono un record da archivio, sono una domanda su come stiamo riempiendo le nostre ore. Ci ricorda che la durezza si scioglie se qualcuno bussa e chiede “ci sei?”. *A volte il futuro è solo un presente fatto bene, ripetuto più volte.* Viene voglia di tornare a casa e telefonare a chi non chiamiamo da troppo, di chiedere a un anziano del quartiere com’era “prima”, e restare ad ascoltare senza guardare l’orologio.

Punto chiave Dettaglio Interesse per il lettore
L’età di Laurina 115 anni, nata nel 1910, la più anziana in Italia Stupore e curiosità per una vita che attraversa un secolo
Abitudini quotidiane Porzioni piccole, movimento leggero, relazioni calde Ispirazione pratica per il proprio benessere
Contesto italiano Italia tra i Paesi più longevi, rete sociale e dieta mediterranea Capire perché qui si vive a lungo e cosa replicare

FAQ :

  • Quanti sono i supercentenari in Italia?Pochi, qualche decina in tutto il Paese. Le persone oltre i 110 anni sono rarità statistiche seguite da ricercatori e anagrafi locali.
  • Cosa mangia di solito Nonna Laurina?Cibi semplici e leggeri: zuppe, verdure, pane, poco formaggio, dolci solo nelle feste. Niente di estremo, tutto molto regolare.
  • Esiste un “segreto” della sua longevità?Nessun elisir. Un mix di genetica, routine costante, legami sociali e attenzione al riposo. Laurina lo riassume con “pazienza e niente rancori”.
  • Laurina è davvero la donna più anziana d’Italia?Sì, secondo gli elenchi aggiornati a livello locale e le verifiche anagrafiche, oggi è la più anziana vivente. La posizione può cambiare con nuove registrazioni.
  • Cosa possiamo imparare e applicare subito?Ridurre le porzioni, fissare orari stabili, fare piccoli movimenti durante il giorno, coltivare relazioni vicine. Piccoli passi, ripetuti con dolcezza.

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